Torino 23 settembre

Come scrive Michael Pollan in Il dilemma dell’onnivoro, «Se è vero che siamo quel che mangiamo, allora siamo mais». Infatti il mais oggi si trova un po’ ovunque, e sono fatti di mais la carne, il latte, il formaggio, le uova degli animali alimentati con mangimi a base di mais, lo “zucchero” delle merendine, delle salse e delle bibite gassate, ma anche le borse per la spesa, i piattini compostabili, il biogas che bruciamo. Tutto questo mais, perlopiù, è di pochissime varietà, ibride o transgeniche, con cui pochissime multinazionali hanno invaso il mondo. È un mais che si sta mangiando il suolo e il paesaggio, l’acqua, l’aria, l’uomo. L’intento del progetto “Uomini di mais” è promuovere le piccole comunità del cibo che continuano a produrre mais tradizionali per l’alimentazione umana, riconoscerne il giusto valore per il presidio del territorio, la difesa del paesaggio rurale e la diffusione di una pratica agricola sostenibile.

Il 23 settembre alle ore 14.00 al Castello del Valentino, presentazione della Rete nazionale dei custodi di mais a libera impollinazione.

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